La tiroidectomia è un intervento chirurgico che consiste nell’asportazione totale o parziale della tiroide. Si tratta di un intervento abbastanza semplice e sicuro, ma che deve essere eseguito da un esperto specialista in chirurgia endocrina.
Si possono distinguere 3 tipi di tiroidectomia:
Il tipo di intervento chirurgico da mettere in atto viene deciso dal medico, in funzione di tipologia e gravità della patologia che affligge il paziente.
La tiroidectomia si può rendere necessaria in diverse circostanze, le più comuni sono:
Prima dell’intervento è importante eseguire alcuni esami preliminari:
L’intervento viene eseguito in anestesia totale con intubazione endotracheale. La tecnica chirurgica più diffusa prevede un’incisione orizzontale praticata sul collo, a 3-4 cm al di sopra dello sterno. Prima di rimuovere la tiroide, il chirurgo deve identificare la posizione di due importanti elementi: i nervi laringei ricorrenti (responsabili della fonazione, ossia dell’emissione di suoni grazie all’azione delle corde vocali), e le paratiroidi (piccole ghiandole situate a contatto con la superficie posteriore della tiroide). Localizzare questi elementi con precisione consente al chirurgo di procedere con la tiroidectomia senza il rischio di danneggiarli involontariamente. L’intervento si conclude con l’asportazione della tiroide (parziale o totale, a seconda del caso), e la sutura della ferita.
In caso di tumore della tiroide, può essere necessario asportare anche i linfonodi adiacenti. In alcuni casi la tiroidectomia si può eseguire per via endoscopica, o accedendo direttamente dal cavo orale. La durata dell’intervento può variare dai 45 minuti alle 3 ore, ed il periodo di ricovero dura in genere 48 ore. Il dolore provocato dalla ferita è piuttosto lieve, e se la ferita viene trattata adeguatamente durante il periodo di guarigione, la cicatrice che ne consegue è pressoché invisibile.
Fonti: