Ipotiroidismo e aterosclerosi: perché spesso sopraggiungono insieme

 

Ipotiroidismo e aterosclerosi: perché spesso sopraggiungono insieme

L'elevata prevalenza nella popolazione mondiale della disfunzione tiroidea ha notevoli conseguenze per alcuni importanti problemi di salute, tra cui i disturbi cardiometabolici. L’ipotiroidismo, per esempio, può avere influenza negativa sullo stato di salute del sistema cardiovascolare di un soggetto, in particolare è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo dell’aterosclerosi, una malattia vascolare che consiste nell'irrigidimento progressivo delle pareti delle arterie a causa della formazione di placche costituite da lipidi. L’ipotiroidismo potrebbe essere la causa dell’insorgenza di questa patologia poiché sarebbe in grado di indurre importanti modificazioni al nostro metabolismo, aumentando la pressione arteriosa diastolica, lo spessore della carotide, e la presenza di specifici markers di aterosclerosi.

Associazione tra ipotiroidismo subclinico e malattie cardiovascolari

Tuttavia, non è stato ancora stabilito inequivocabilmente se anche l'ipotiroidismo subclinico, ovvero una condizione nella quale il livello di ormone stimolante la tiroide (TSH) è al di sopra dell'intervallo di riferimento (nella maggior parte dei laboratori> 4,0-4,5 mU·L-1) e il livello di tiroxina plasmatica (FT4) o triiodotironina libera (FT3) è invece all'interno l'intervallo di riferimento, contribuisca allo sviluppo della malattia cardiovascolare aterosclerotica.  Un considerevole numero di studi sull'associazione tra ipotiroidismo subclinico e malattie cardiovascolari è stato condotto negli ultimi due decenni.

Per esempio, di interesse è un recente studio che ha suggerito come un aumento del livello di colesterolo totale plasmatico, nonché di trigliceridi e di lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), sia piuttosto comune nel contesto di una funzionalità tiroidea bassa-normale e possa contribuire allo sviluppo della malattia cardiovascolare aterosclerotica.

Gli effetti della funzionalità della tiroide sul sistema cardiovascolare

È possibile però che gli effetti della funzionalità tiroidea ridotta sull'esito cardiovascolare possano essere particolarmente negativi solo per popolazioni specifiche, come nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare. In generale, una funzionalità tiroidea alterata può aumentare il trasferimento di colesterolo plasmatico e contribuire a compromettere la capacità del colesterolo associato alle lipoproteine ad alta densità (HDL-High Density Lipoprotein) o colesterolo “buono”, di inibire le LDL.

Una bassa funzionalità tiroidea conferisce anche bassi livelli di bilirubina, un forte antiossidante e antinfiammatorio naturale. Tutti questi effetti sembrano essere più forti nei soggetti già affetti da iperglicemia cronica e/o della resistenza all’insulina. Infatti, una funzionalità tiroidea anormale può essere associata a diversi componenti della sindrome metabolica, come l’obesità.

Fonti:

  • Van Tienhoven-Wind LJN. Low-Normal Thyroid Function and Novel Cardiometabolic Biomarkers. Nutrients 2015, 7, 1352-1377.