I noduli tiroidei, caratterizzati da crescita anomala delle cellule che compongono la tiroide, aumentano con l'età e sono presenti in quasi il 10% della popolazione adulta generale. Fortunatamente, il 95% dei noduli tiroidei è benigno e solo il 5% maligno. Per diagnosticare e trattare il cancro alla tiroide nella fase iniziale, la maggior parte dei noduli tiroidei necessita di una valutazione medica.
Un nodulo è benigno quando rimane circoscritto al suo tessuto d'origine, non invade i tessuti circostanti e non migra in altri siti e organi, cioè non forma le cosiddette "metastasi".
Le tipologie più comuni di noduli tiroidei benigni sono:
Alcuni noduli essendo di natura benigna potrebbero non dare fastidio al paziente e rimanere silenti. In altri casi è possibile che i noduli tiroidei siano troppo grossi e manifestino sintomi evidenti di una malattia tiroidea; dunque devono essere curati o trattati chirurgicamente. E’ possibile, inoltre, che i noduli tiroidei benigni mutino in noduli maligni (cancerogeni), per cui è importante rivolgersi al medico che consiglierà la migliore terapia interventistica.
Un nodulo tiroideo si definisce maligno quando comincia ad espandersi e ad invadere i tessuti circostanti. Questa è una situazione tumorale che potrebbe degenerare portando alla formazione di metastasi, cellule che migrano nel nostro corpo, si accumulano in altri organi ed intaccano le normali funzioni corporee. I tipi più comuni di cancro della tiroide sono i tumori della tiroide differenziati. L'adenocarcinoma papillare rappresenta il 60% dei tumori tiroidei, l'adenocarcinoma follicolare rappresenta il 12% e la variante follicolare dell'adenocarcinoma papillare rappresenta il 6%. Questi tumori tiroidei possono essere curati, ma devono essere diagnosticati il prima possibile. La biopsia con ago sottile è un modo sicuro, efficace e facile per determinare se un nodulo è cancerogeno.
Fonti: