Ipotiroidismo e ansia: come gestirla

La relazione tra tiroide e psiche

La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo che, attraverso al rilascio degli ormoni tetraiodotironina (T4) e triiodotironina (T3), governa importanti processi biologici (1):

  • il metabolismo corporeo, ossia il complesso di reazioni chimiche che determinano l’accrescimento, il rinnovamento e il mantenimento dell’organismo
  • lo sviluppo scheletrico, attraverso la formazione e il riassorbimento osseo
  • lo sviluppo e la funzione sessuale, ad esempio la pubertà, il desiderio sessuale e il ciclo mestruale
  • la termoregolazione corporea, cioè la capacità di regolare la temperatura dell’organismo
  • il ritmo sonno-veglia, ossia l’alternanza degli stati di sonno e veglia nelle 24 ore
  • diverse altre funzioni neuropsichiche

Il funzionamento della tiroide oltre a regolare varie funzioni fisiologiche, è coinvolto nella risposta allo stress e nella regolazione del tono dell’umore.

Del resto, l’associazione tra alterazioni dell’umore e disfunzioni tiroidee è nota già dal 1825, quando il medico inglese Caleb Hillier Parry per primo ipotizzò e descrisse una maggiore incidenza di “disturbi nervosi” nei soggetti con patologie tiroidee (2). In alcuni casi, infatti, è possibile che la tiroide non produca corrette quantità di ormoni (1). Quindi si parla di:

  • ipertiroidismo, qualora ne produca in eccesso
  • ipotiroidismo, qualora risultino insufficienti

Alcuni sintomi del malfunzionamento tiroideo ricordano quelli caratteristici dell’ansia e della depressione, come riscontrato nelle manifestazioni di ipotiroidismo (3).

La forma della tiroide, d’altra parte, ricorda quella di una farfalla, richiamando alla mente, in modo suggestivo, il mito di Psiche, raffigurata negli affreschi di Pompei proprio come una fanciulla alata. Il termine stesso “psiche” significa farfalla, il cui simbolismo evoca la metamorfosi, metafora di evoluzione, sviluppo, crescita e trasformazione.

Psiche e tiroide, quindi, entrambe farfalle e, in qualche modo, legate tra loro.

Ipotiroidismo e ansia

L’ipotiroidismo, come detto, è una condizione di malfunzionamento della tiroide, che può essere dovuto a diverse cause. Tra queste, una delle più frequenti è la tiroidite autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto, in cui l’organismo produce autoanticorpi contro la tiroide.

È importante sottolineare che, qualunque sia la causa, l’ipotiroidismo può determinare la comparsa di ansia, fino a interessare, nell’ipotiroidismo acuto, il 30-40% dei soggetti, e che l’ansia stessa può rappresentarne la prima manifestazione clinica, da sola o in associazione ad altri disturbi psichici, in assenza di altri segni e sintomi di patologia tiroidea (3,4).

L’ansia, inoltre, può incidere significativamente sul funzionamento globale dell’individuo, determinando una riduzione del rendimento lavorativo nonché delle performances in ambito socio-relazionale e familiare, con un impatto rilevante sulla qualità della vita (5).  Appare, quindi, evidente come la sintomatologia ansiosa non vada assolutamente sottovalutata.

Come gestire la sintomatologia ansiosa

L’ansia può essere motivo di grande disagio e sofferenza, aggravando, inoltre, il concomitante quadro medico. Non bisogna, però, scoraggiarsi: è bene ricordare, infatti, che l’ansia può essere curata.

Il primo passo è rivolgersi al medico descrivendo accuratamente la propria sintomatologia, affinché possa intervenire nella maniera più appropriata, indicando gli specialisti a cui rivolgersi. La migliore strategia terapeutica per garantire un intervento mirato ed efficace, infatti, consiste in un approccio multidisciplinare:

  • endocrinologico
  • psicologico
  • psichiatrico

Una volta indagata e diagnosticata la patologia tiroidea, è importante trattarla e riequilibrare la produzione ormonale; spesso tale intervento di per sé comporta il miglioramento e, in taluni casi, anche la completa risoluzione della sintomatologia ansiosa. Tuttavia è bene chiarire che non sempre il trattamento dell’ipotiroidismo porta alla repentina scomparsa dell’ansia che, quindi, può necessitare di un intervento specialistico mirato.

Il medico curante potrà consigliare di rivolgersi allo psichiatra qualora l’ansia influenzi significativamente il funzionamento quotidiano e la qualità della vita. A questo è utile affiancare anche interventi psicologici:

  • terapia metacognitiva: mira a sviluppare nuovi modi di reagire e relazionarsi ai pensieri negativi per acquisire un maggior controllo su pensieri ed emozioni
  • psicoterapia cognitivo-comportamentale: aiuta a riconoscere l’ansia patologica e i sintomi fisici correlati, promuovendo l’apprendimento di tecniche per contrastarli
  • training comportamentali: apprendimento di nuove modalità di risposta a situazioni che causano ansia e di gestione degli stati di disagio

Questi approcci possono essere molto utili nel riconoscimento e nella gestione dei sintomi dell’ansia. In particolare, le tecniche insegnate in ambito cognitivo-comportamentale comprendono:

  • l’analisi dei pensieri disfunzionali, ossia il riconoscimento dei pensieri automatici negativi con cui si è soliti elaborare le situazioni
  • la pratica graduale, con l’identificazione e l’esposizione graduale agli stimoli che producono ansia, per imparare a fronteggiarla
  • la distrazione, per allontanarsi da pensieri negativi e alleviare il proprio malessere
  • il problem solving, cioè l’analisi della situazione problematica allo scopo di individuare la soluzione migliore

Infine, le tecniche di respirazione e rilassamento, oltre alla pratica mindfulness, attuata mediante tecniche di meditazione che promuovono la consapevolezza di sè, aiutando a gestire le emozioni e controllare i pensieri negativi che causano sofferenza, possono contribuire a ridurre lo stress e a limitare l’impatto negativo dell’ansia sulla quotidianità (6,7,8,9).

Riconoscere e trattare l’ansia associata a ipotiroidismo, dunque, non significa solo gestire dei sintomi secondari, ma promuovere il proprio benessere psicofisico, passo imprescindibile e determinante nel percorso di salute e nella cura di sé, con impatto positivo sulla qualità della vita.

Fonti:

  1. Kasper D. L., Fauci A. S., Hauser S. L., Longo D. L., Jameson J. L., Loscalzo J. Harrison’s Principles of Internal Medicine, Twentieth Edition (Vol.1 & Vol.2); McGraw-Hill Education / Medical 2018; ISBN: 1259644030,9781259644030
  2. Parry CH. Collections from the unpublished writings of the late C.H.Parry Vol. 2. London: Underwoods; 1825.
  3. Bathla M, Singh M, Relan P. Prevalence of anxiety and depressive symptoms among patients with hypothyroidism. Indian J Endocrinol Metab. 2016 Jul-Aug;20(4):468-74. doi: 10.4103/2230-8210.183476. PMID: 27366712; PMCID: PMC4911835
  4. Siegmann EM, Müller HHO, Luecke C, Philipsen A, Kornhuber J, Grömer TW. Association of Depression and Anxiety Disorders with Autoimmune Thyroiditis: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Psychiatry. 2018 Jun 1;75(6):577-584. doi:10.1001/jamapsychiatry.2018.0190. Erratum in: JAMA Psychiatry. 2019 Jun 19;: PMID: 29800939; PMCID: PMC6137529.
  5. Gulseren S, Gulseren L, Hekimsoy Z, Cetinay P, Ozen C, Tokatlioglu B. Depression, anxiety, health-related quality of life, and disability in patients with overt and subclinical thyroid dysfunction. Arch Med Res. 2006 Jan;37(1):133-9. doi: 10.1016/j.arcmed.2005.05.008. PMID: 16314199.
  6. Taylor D. M., Barnes T. R. E., Young A. H. The Maudsley Prescribing Guidelines in Psychiatry, 13th Edition. ISBN: 978-1-119-44260-8
  7. Generalised anxiety disorder and panic disorder in adults: management. London: National Institute for Health and Care Excellence (UK); 2019 Jul. PMID: 31961629.
  8. Wells, A. (2009). Metacognitive therapy for Anxiety and Depression. London, UK: Guilford Press.
  9. Dugas, M. J., & Robichaud, M. (2007). Cognitive-behavioral treatment for generalized anxiety disorder: From science to practice. New York/London: Routledge